Piccolo trattato di storia delle religioni by Frederic Lenoir

Piccolo trattato di storia delle religioni by Frederic Lenoir

autore:Frederic Lenoir
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Religion, History, General
ISBN: 9788811133551
editore: Garzanti
pubblicato: 2011-10-04T22:00:00+00:00


Il buddhismo tibetano

Nel VII secolo, il buddhismo penetra in Tibet, un regno ai confini dell’India e della Cina il cui sovrano, il re Song Tsen Gampo, si converte sotto l’influsso di una delle spose, una principessa cinese. L’ingresso del buddhismo non avviene senza difficoltà: nonostante i decreti del re, gli sciamani autoctoni (i bon-po) si oppongono. Il buddhismo ne uscirà vincitore solo a prezzo di un bagno di sangue e diventerà popolare scendendo a compromessi con le credenze antiche. Finisce per formare una terza via, parallela al Theravāda e al Mahāyāna, alla quale dà il nome di Vajrayāna, il veicolo di diamante. Essa, dicono i tibetani, è fondata su un terzo giro della «ruota degli insegnamenti» del Buddha, trasmessa, diversamente dagli altri due giri (corrispondenti alle altre due scuole), in maniera unicamente orale e confidenziale, ai soli discepoli in grado di comprenderla e che sarà messa per iscritto successivamente. Basato su tecniche meditative assai complesse, nelle quali intervengono visualizzazioni di «deità» presentate come proiezioni dello spirito, il buddhismo tibetano ha la particolarità di voler essere una via di realizzazione «in questo corpo e in questa vita», ossia offre la possibilità a tutti i praticanti di raggiungere ciò che definisce la piena realizzazione spirituale, al di là del nirvāṇa. Il suo canone impressionante, il Narthgang composto da 325 volumi, cela dei sutra, delle rivelazioni che svelano il cammino da compiere. Dei tantra, testi sovente strani, descrivono le pratiche e i rituali necessari per liberarsi dal saṃsāra, che includono anche le recitazioni di mantra, formule quasi magiche ricche di una straordinaria potenza che favorisce l’illuminazione, gesti o mudrā, la cui esecuzione minuziosa si ritiene trasformi lo psichismo umano, e la riproduzione di maṇḍala, «diagrammi cosmici» utilizzati per la meditazione.

Dai bon-po questo buddhismo così particolare ha ereditato il culto riservato alle montagne sacre, le pratiche di abluzioni e di ammassi di pietre in luoghi specifici, delle bandiere di preghiere che, agitate dal vento, portano i messaggi dei fedeli alle forze soprannaturali, o delle «offerte sonore», canti e danze rituali che hanno lo scopo di soddisfare i buddha e gli dèi. Ne ha conservato (integrandolo con gli insegnamenti del Buddha) anche un pantheon, dove figurano i dodici tenma, le deità protettrici del Tibet, accanto agli dèi della terra o del focolare, oltre ai medium nei quali possono incarnarsi queste divinità per trasmettere messaggi agli umani, il più celebre dei quali è l’oracolo di Nechung che, nei suoi stati di trance durante i quali è investito dallo spirito della deità Nechung, consiglia il dalai lama e il suo governo sulle questioni temporali e spirituali. Ma la caratteristica peculiare del buddhismo tibetano, praticato anche in Mongolia, è la funzione ricoperta dai monasteri, sede delle filiazioni religiose. Le scuole principali sono quattro, ciascuna con le proprie particolarità rituali e dogmatiche, la propria deità protettrice e le proprie suddivisioni: rNin-ma-pa o antica scuola, bKa’-brgyu-ud-pa, Sa-skya-pa e dGe-lugs-pa, da cui è provenuto il dalai lama – nell’aprile 1988 il XIV dalai lama ha riconosciuto i bon-po come la quinta scuola del Tibet.



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